Souvenir per i Bastardi di Pizzofalcone – Delusione senza pari per etcetc

L’appuntamento con Maurizio de Giovanni in origine era semestrale. Ricordo quando cominciò a scrivere intervallati i romanzi della serie dei Bastardi e del commissario Ricciardi.

D’inverno sapevi che arrivava il libro della squadra napoletana, d’estate ritornava il commissario più emo che c’è. Be’, almeno ritornava anche la best girl aka Bambinella ma questa è un’altra storia che si dovrà raccontare un’altra volta.

Ora concentriamoci su quello che abbiamo in mano, prima di addentrarci in spicciole considerazioni su questo libro.

  • Un autore che ha in attivo non due ma ben QUATTRO serie (alla stesura di questa recensione): voci di corridoio dicevano che Ricciardi finisse nel 2019 e che De Giovanni chiudesse la partnership con Einaudi insieme. Ora, all’alba di “Sara al tramonto”, edito da Rizzoli, si capisce il motivo.
    • Di suddette serie, NESSUNA STA FINENDO o è comunque in dirittura di arrivo. Forse solo il fantasiosissimo “Guardiani”, dato che è stato cestinato male.
  • La serie in questione che si sta arenando su scogli pericolosissimi, ossia il “cambio genere”, tanto caro al nostro autore. Dov’è il giallo?
  • Buio, il romanzo più riuscito dei Pizzofalcone, è ormai un ricordo sbiadito, rovinato ulteriormente e in modo tragicomico da…
  • La. Serie. Televisiva. Che. Ha. Storpiato. I. Libri. In. Ogni. Punto. Di. Vista.  SOTTO SUPERVISIONE DELL’ AUTORE STESSO.

La testa. Il dolore incessante al solo pensiero di scrivere qualcosa su questo libro.

Eh? No, non perché non ce la faccia per il dolore di ricordare i tempi passati e quanto ora sia caduto miseramente in basso, no.

Troppe cose da dire, solo questo.


Trama e personaggi

(insieme, dato che trama=personaggi)

Presa pari pari dalla quarta di copertina:

A ottobre il tempo è ancora indeciso. Un giorno fa caldo, quello dopo il freddo e l’umidità ridestano la gente dall’illusione di una vacanza perenne e la riportano alla realtà. Anche il crimine, però, si risveglia. Un uomo viene trovato in un cantiere della metropolitana privo di documenti e di cellulare; qualcuno lo ha aggredito e percosso con violenza. Trasportato in ospedale, entra in coma senza che nessuno sia riuscito a parlargli. Di far luce sull’episodio sono incaricati i Bastardi, che identificano la vittima: è un americano in villeggiatura a Sorrento con la sorella e la madre, un’ex diva di Hollywood ora affetta da Alzheimer. Recandosi a più riprese nella cittadina del golfo, vestita fuori stagione di un fascino malinconico, i poliziotti si convincono che la chiave del caso sia da ricercare in fatti accaduti là molti anni prima. Incrociando il presente con un passato che hanno conosciuto solo al cinema, i poliziotti di Pizzofalcone, ciascuno sempre alle prese con le proprie vicende personali, porteranno alla luce un segreto custodito con cura per cinquant’anni, una storia d’amore e di sacrificio indimenticabile come un vecchio film.

Qui parte già male. Dov’è il morto? Dove diamine è il delitto? Ora De Giovanni tratta i pestaggi per concentrarsi meglio sulle vicende amorose dei personaggi? Aspetta un secondo…

[…] i poliziotti di Pizzofalcone, ciascuno sempre alle prese con le proprie vicende personali, porteranno alla luce un segreto custodito con cura per cinquant’anni […]

ciascuno sempre alle prese con le proprie vicende personali

ciascuno sempre alle prese con le proprie vicende personali

Ecco perché! Silly me. Su 328 pagine, 300 sono queste vicende personali.

Palma ed Ottavia che si comportano peggio dei protagonisti di un manga per ragazzine precoci; il “Cinese” Lo Iacono che tra Laura Piras e la Santa donna Letizia ha evidentemente scelto la peggiore (vedasi anche Ricciardi per quanto riguarda i gusti di andare dietro alla più ovvia e la meno interessante tra le disponibili dell’harem)Alex, la paladina della fanbase LGBT dell’autore (che romanzo commerciale è se non ha dell’LGBT con ovviamente scene spinte descritte? 8Sense docet); Pisanelli che evidentemente deve fare la tsundere fino alla fine dei suoi giorni; Romano che mi auguro riceva la punizione del karma e che venga inviato, dopo una morte atrocemente lunga, nel Neraka tra le colline di Ghiaccio, a soffrire nudo mentre riflette sulla sua idiozia pura.  Unico che fino ad ora è salvabile a mio avviso è Aragona: ora è un  fanboy di The Killing (versione americana, ovvio) mentre piano piano si nota l’aumento di importanza e di crescita personale dall’inizio della serie; da inguaribile ca**one a poliziotto dedito al proprio dovere, fino in fondo, infischiandosene dei problemi e cercando di risolvere i conti con il passato.

E, detto tra noi, spero proprio che scavalchi il simpaticissimo protagonista. Fuori il Cinese, dentro l’Ammericano.

Bel giallo, detto tutto ciò.

Per quanto riguarda il tramone vero e proprio, mi soffermo solo sull’ineguagliabile abilità di De Giovanni di far capire il colpevole fin dal prologo e quanto, a conti fatti, fosse un caso senza vere ripercussioni. 

Infine sottolineo il tocco di classe della malata di Alzheimer/Parkinson/inseriscimalattiadegenerativaapiacere. Aiuto, sembra una produzione hollywoodiana destinata a vincere l’Oscar come miglior film: basta metterci anche filtri seppia, piani sequenza generati randomicamente, un attore in disuso e ci siamo.

Devo dire altro?

No.

 


Narrazione

Entriamo nel vivo.

De Giovanni ormai ha una forma scribendi abbastanza prevedibile: capitoli scritti in prima persona inerenti al caso, con il punto di vista dell’assassino o della vittima; capitoli inutili in terza persona simil “poesia”/”canzone” che descrivono scene sia dei personaggi principali che di “comparse” che non c’entrano assolutamente nulla con il caso ma che servono per essere abbastanza pretenziosi alla beccati questa! Guarda come so sicrivere bbbene e come ti smuovo in cinque pagine.

Bellissimi, quasi da saltare a piè pari senza pensarci due volte.

Poi finalmente i capitoli del caso: pochi ma scritti bene, non posso dire di no. Peccato che siano il due percento.


Ambientazione

Non sono razzista ma ormai Napoli ha rotto il vaso della mia pazienza. Sempre gli stessi luoghi disadattati e dimenticati, pieni di criminalità per niente cliché ed i protagonisti che si muovono da commissariato> luogo del delitto> commissariato> ufficio del questore> repeat> and so on.

Menomale che De Giovanni, almeno nei Bastardi, non si dilunga troppo sui luoghi da guida turistica ma spero in una trasferta o qualche maniera per cambiare location per questi poveri Bastardi.


Finale

Senza anticipazioni, il finale del libro è quello che dovrebbe avere il colpone di scena che ti fa dire: “OMMIODDDIO DEVO AVERE IL PROSSIMO AAAAAAAHHH”

Personalmente attendo volentieri leggendo altro: tale rivelazione era un fatto che il lettore attento si aspettava da almeno tre, quattro libri. Che lo faccia a pagina uno o trecentoventotto, nel secondo o il quarto libro della saga, non cambia il fatto che NON era inaspettato.

Una cosa devastante ti distrugge la testa e davvero non riesci a pensare ad altro e neanhce riesci a pensare di leggere altro. Quello che mi era usccesso per anni cn Harry Potter, soprattutto dal sesto al settimo. 

Qui il massimo è: “Seeeeeeee, come no. Ma davvero? Ora? Non sapevi proprio come concludere il libro con la trama più inesistente del mondo se non così”

 

  • Trama
  • Personaggi
  • Narrazione
  • Ambientazione
  • "Giallo"
  • Finale
1.0

Riassunto

"""Giallo""" (se così si può chiamare) praticamente assente: ormai il genere poliziesco si è perso nella ovvie e banali relazioni da vero e proprio romanzo rosa.
Onestamente non è neanche un vero e proprio caso da risolvere ma non entro in dettagli per non rivelare anticipazioni.
Non riesco a salvare nemmeno la narrazione: si è come spento il De Giovanni della prima tetralogia di Ricciardi o di Buio, unico romanzo della serie dei Bastardi che ho apprezzato sinceramente.
Ormai è una tiritera di magagne senza fine e di concetti e situazioni prevedibilissime e ripetute allo sfinimento.
Sono la persona che anche riesce a salvare un libro per la fine ma in questo caso no, nemmeno il "colpone di scena" delle ultime righe riesce a farmi pensare di poter redimere questo libro. Delusa ma in fondo me lo aspettavo e l'ho letto soltanto per inerzia di sapere la fine. La prossima volta meglio aspettare la biblioteca del posto che lo prenda e risparmio soldi, anche se non il tempo.

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